Morbelli al Pio Albergo Trivulzio

Il Pio Albergo Trivulzio è uno dei più famosi ed antichi centri di assistenza per anziani di Milano. L’ospizio per i poveri vecchi, infatti, è stato fondato nel 1771 all’interno del palazzo nobiliare del principe Antonio Tolomeo Trivulzio (1692-1767), nobile milanese che decide di destinare i propri averi e possedimenti alla cura dei più bisognosi.

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L’entrata principale del Trivulzio con la sua tipica facciata giallo chiara

Le ipotesi di reato per il coronavirus

In questi utimi giorni, segnati già da tempo dall’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, l’istituto è accusato di aver gestito malamente la situazione con ritardi, negligenze e bugie che avrebbero causato diversi morti. Il direttore generale, Giuseppe Calicchio, è indagato dalla procura di Milano per le ipotesi di reato di epidemia colposa e omicidio colposo.

Il poema della vecchiaia

Nel 1903, alla Biennale di Venezia, il pittore alessandrino Angelo Morbelli (1853-1919) presenta il ciclo pittorico intitolato Il poema della vecchiaia, composto da sei tele che sono disposte nella Sala Lombarda, una delle sette Mostre regionali della manifestazione.

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La Sala lombarda alla Biennale di Venezia del 1903 [© Archivio Pompeo Mariani, Milano]

Le opere trattano il tema della vecchiaia dedotto proprio attraverso l’osservazione e l’analisi dei comportamenti quotidiani dei ricoverati nel Pio Albergo Trivulzio. Le tele di maggiore dimensioni sono Il Natale dei rimasti e Mi ricordo quand’ero fanciulla ambientati in grandi spazi comuni. Nella prima, infatti, la grande sala destinata a piccoli lavori manuali è desolatamente vuota: le attività sono sospese per le festività natalizie e cinque figure maschili sono distanziate tra di loro.

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Angelo Morbelli, Il Natale dei rimasti, 1903, olio su tela, Venezia, Ca’ Pesaro

Al contrario, nella seconda, c’è un refettorio affollato di figure femminili vestite dalla stessa divisa, con uno scialle rosso sulle spalle. In primo piano, si indugia soprattutto sul tavolo apparecchiato: la bianca tovaglia, la pila di scodelle, le bottiglie di vino e il pane.

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Angelo Morbelli, Mi ricordo quand’ero fanciulla, 1903, olio su tela, Tortona, Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio

Lo schema compositivo delle due tele è impostato su linee oblique prospettiche che amplificano la profondità dello spazio architettonico e una certa simmetria degli elementi raffigurati.

Diversamente, le altre quattro tele di minori dimensione hanno una visione prospettica rialzata con una finestra sul fondo che, pur rimandando ad un esterno, non amplifica lo spazio. Anzi, la visione è ridotta a poche figure che si dedicano al cucito e ai piccoli rammendi.

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Angelo Morbelli, Vecchie calzette, 1903, olio su tela, Lugano, Collezione Cornèr Banca

La luce esterna tocca i corpi chini e curvi. La mancanza di contatto e di dialogo tra le donne sottolinea la loro condizione di solitudine. La morte aleggia in quella sedia vuota dell’omonimo dipinto su cui la compagna di stanza abitualmente prendeva posizione.

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Angelo Morbelli, La sedia vuota, 1903, olio su tela, collezione privata

La dialettica vita-morte e la riflessione sulle condizioni umane degli anziani è esaltato da una luminosità più debole e dalla scelta di tonalità basse nelle opere ambientate nella stagione invernale. E’ un inverno atmosferico ma anche un inverno dell’età umana.

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Angelo Morbelli, I due inverni, 1903, olio su tela, collezione privata
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Angelo Morbelli, Siesta invernale, 1903, olio su tela, Alessandria, Museo Civico e Pinacoteca

Luce e colore dei Divisionisti

A partire dal 1891, con la prima Triennale di Brera a Milano, si affermano nel panoramo pittorico italiano ed europeo un gruppo di artisti chiamati divisionisti poiché scelgono di dare forma ai soggetti attraverso la disposizione ordinata di filamenti di colori puri. La divisione e la scomposizione del colore, non mescolato ma accostato sulla tavolozza, porta alla ricerca della massima resa della luce che, nel ciclo della vecchiaia, filtra attraverso i vetri delle finestre.

PER APPROFONDIRE Biografia di Angelo Morbelli

Tuttavia, rispetto ai suoi colleghi, Morbelli è più rigoroso nell’approccio scientifico della divisione del colore, perché studia i testi del chimico francese Chevreul che ispira i puntinisti francesi, come Seurat e Signac. Ne La legge del contrasto simultaneo dei colori (1839), Chevreul classifica i colori in primari, che uniti danno la luce bianca; secondari, ottenuti dalla mescolanza dei primi, e complementari, coppie formate dal colore primario che non entra nella composizione del secondario.

La società italiana nell’età giolittiana

Assieme a Pellizza da Volpedo e Longoni, il piemontese Morbelli predilige soggetti a sfondo sociale, denunciando la triste condizione degli anziani, poveri ed emarginati nella società contemporanea, soprattutto nelle aree settentrionali tra Milano e Torino caratterizzate da una forte industrializzazione promossa dai vari governi di Giovanni Giolitti (1901-1914). In effetti, favorito dalla crescita del prodotto interno lordo (Pil), Giolitti incoraggia la modernizzazione del paese con la riforma del sistema bancario, la nazionalizzazione della rete ferroviaria, la creazione di un sistema pensionistico e di assistenza sanitaria nazionale e l’innalzamento a 13 anni dell’istruzione elementare gratuita.

Tuttavi, Morbelli osserva i limiti di uno sviluppo che allarga le differenze tra le classi sociali e la conflittualità tra governati e governanti. Spesso, le agitazioni sindacali culminano con violenti scontri (come la violenta repressione del generale Bava Beccaris a Milano), il flusso migratorio verso l’estero raggiunge il suo picco e la disinvoltura nell’uso di maggioranze parlamentari variabili costano a Giolitti l’appellativo di ministro della malavita da parte di Gaetano Salvemini. Per sostenere le rivedicazione del proletariato, nel 1889 nasce la Lega socialista milanese di Filippo Turati e nel 1892, a Genova, si costituisce il Partito socialista.

PER APPROFONDIRE. Impegno civile nella pittura italiana dell’Ottocento

L’attività di Morbelli

L’attività di Morbelli, dunque, si concentra all’interno del Pio Albergo Trivulzio. Tra il 1883 e gli inizi degli anni Novanta (e, successivamente, negli anni 1902-11), questo luogo è il suo set privilegiato: una stanza diventa il suo studio ed egli scatta numerose fotografie per documentare vari momenti.

Angelo Morbelli, Sogno e Realtà (trittico della vita), 1905

PER APPROFONDIRE Il poema della vecchiaia. Archivio mostre Ca’ Pesaro di Venezia

Il poema della vecchiaia, quindi, è solo una delle tante ricerche dedicate all’umanità malinconica ed emarginata.

VISITA VIRTUALE alla mostra “Divisionismo. La rivoluzione della luce”. Castello di Novara, 2019-20

Ne Il viatico (1884), il tema dell’attesa e del raggiungimento del momento finale scaturiva dall’esigenza di celebrare la sollecitudine caritativa della città di fronte all’aumento del numero di anziani da ricoverare, realtà sociale determinata dall’incremento demografico e dall’allentamento dei vincoli familiari.

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Angelo Morbelli, Il viatico, 1884, Gnam, Roma

FOCUS Il divisionismo – La collezione della Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona

Elenco di opere di Angelo Morbelli correlate al tema: Vecchine curiose (1891); Incensum dominum (1892); Le parche (1904); Tempi lontani (1908); Inverno nel Pio Albergo Trivulzio (post 1911).

Alla Triennale di Milano del 1891, tra le opere a carattere sociale, ci sono:

  • L’oratore dello sciopero di Emilio Longoni;
  • Muratore (figura al vero) di Giovanni Sottocornola;
  • Piazza Caricamento di Plinio Nomellini;
  • Un consiglio del nonno. Parlatorio del luogo Pio Trivulzio di Angelo Morbelli

QUI Il catalogo della mostra Brera 1891, l’esposizione che rivoluzionò l’arte moderna, ottobre-dicembre 2016

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