La tradizionale mostra del presepe di ceramica a Grottaglie, popolosa cittadina in provincia di Taranto, permette di apprezzare le nuove tendenze dell’arte ceramica italiana impiegata nella realizzazione di un soggetto sacro universale.
Quest’anno, il conflitto israelo-palestinese è stato il tema maggiormente proposto con le relative riflessioni sull’emergenza umanitaria a Gaza e le difficoltà ad avviare una tregua.
La Sacra Famiglia in fuga per la Pace di Petean
Lo scultore Marco Petean ha rappresentato la Sacra Famiglia in altorilievo al centro di un piccolo riquadro di terracotta policroma tra altri migranti in marcia verso una migliore meta indefinita.
Meritoriamente, la giuria ha segnalato l’opera per l’attualità della tematica e la scelta di disporre i protagonisti fuori dalla consueta grotta di Betlemme ma dentro un coeso e prospettico impianto compositivo di un paesaggio urbano.
La fuga assume la forma di una sorta di teatrino contemporaneo in cui ognuno scappa portando con sé il minimo indispensabile che ha raccolto velocemente.
Una rapidità che ha costretto un padre a sistemare il proprio piccolino all’interno di una valigia nella quale, probabilmente, il figlio trova un momentaneo sollievo e riparo.


L’autore dell’opera è friuliano ed è molto sensibile al tema delle migrazioni abitando in una zona storicamente di frontiera che, negli ultimi anni, è stata interessata dal massiccio passaggio e arrivo di persone richiedenti asilo.
Le opere di Russo e Marras
Su di una stessa tematica di attualità, si collocano altre due opere.
In Aeternum, del grottagliese Giuseppe Russo, il Bambinello risulta sospeso tra i busti dei genitori con le braccia spalancate, in una sorta di prematura crocifissione. Ecce homo (Ecco l’uomo) recita la scritta che campeggia sopra una sequenza di strisce colorate che conducono lo sguardo dell’osservatore verso la base circolare dell’opera sulla quale in neretto sono riportate tutte le odierne atrocità.

Palestinursery del sardo Salvatore Marras è una stella cometa che ha in punta una casetta decorata coi motivi a scacchi neri e bianchi della kefiah, il copricapo tradizionale del mondo arabo diventato nel tempo simbolo del nazionalismo e della causa palestinese.
La nursery stellare ospita il volto di un neonato e di una donna piangente a causa delle guerre e dell’odio.

I presepi di Giosa e Maggio
Inoltre, alcuni rimandi alla realtà cosmica sono presenti nell’opera Luce divina nel cosmo eseguita da Nicolò Giosa del Liceo artistico statale Calò di Grottaglie e in Astro del ciel di Francesco Maggio in cui un pianeta piramidale avente la base di un triangolo equilatero si conficca nella Terra con l’intento di far germogliare la pace.


In effetti, la superficie dell’astro, con bellissime sfumature colorate, ospita la raffigurazione dei profili della Vergine e di san Giuseppe e un Gesù bambino stilizzato con linee spezzate.


La Natività velata di Trani

Chiaramente ispirata nelle forme compositive al famoso Cristo velato di Sanmartino, l’opera di Annibale Trani intende porre una riflessione sul significato della morte umana che, in un’ottica cristiana, è il fine della vita che da accesso all’eternità e alla contemplazione divina.
In aggiunta, per l’autore, la sua realizzazione indica una povertà relazionale tra gli esseri umani, velati e perciò incapaci di interfacciarsi realmente e rivelare le loro emozioni.
Accanto alla visione pessimistica di Trani, la mostra del presepe accoglie l’Holy carousel di Maya Scalabrini del Liceo artistico statale di Verona.


Si tratta di un raffinato carillon natalizio con foglia d’oro in cui la sacra famiglia volteggia su una giostrina raffigurante l’universo con una colomba della pace sulla sommità.


Gentilissimo Dario, ho appena avuto modo di leggere l’articolo sulla 45* mostra del presepe nel blog. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla sua recensione, che ha proprio rilevato ció che desideravo esprimere. Grazie di cuore, é sempre un grande piacere quando i concetti creativi arrivano, é segno che non si é lavorato invano. Complimenti per il blog.
Un caro saluto da Nuoro
Salvatore Marras
Grazie per aver mostrato attenzione al mio resoconto della visita alla mostra di Grottaglie. Ho trovato la sua opera interessante sia nella forma che nel messaggio attuale.