L’arco trionfale romano

L’arco trionfale è un elemento architettonico romano, composto da un corpo murario a forma di parallelepipedo, isolato e indipendente, realizzato in opera cementizia e rivestito di marmo.

La struttura

La struttura si compone di un arco centrale coperto a volta, chiamato fornice, delimitato da pilastri laterali (piedritti) poggianti su alti plinti che sorreggono un elemento superiore orizzontale, l’attico in cui si trova l’iscrizione (o epigrafe) dedicatoria. A una quota intermedia, la trabeazione è ornata da un fregio continuo. Sopra l’attico, a completamento della decorazione, si trovano alcune statue onorarie come quadrighe, trofei, sculture allegoriche in marmo o bronzo che sono andate disperse, fuse o riutilizzate altrove.

Arco Architettura Roma

La funzione di questo monumento è di tipo celebrativa-commemorativa e si configura come uno strumento di propaganda della politica imperiale romana.

L’arco di Tito

Il più antico arco onorario all’interno delle mura di Roma è quello eretto tra l’81 e 90 d.C. da Domiziano per commemorare il fratello Tito e il padre Vespasiano, appartenenti alla famiglia dei Flavi (la stessa dinastia che avvia e completa la costruzione del Colosseo). L’epigrafe, infatti, recita:

Senatus / populusque romanus / divo Tito divi Vespasiani f(ilio) / Vespasiano Augusto”, ossia “Il Senato e il popolo romano al divino Tito, figlio del divino Vespasiano, Vespasiano Augusto

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Arco di Tito, 81-90 d.C., Roma

In particolare, l’opera ricorda la conquista della Galilea e la presa di Gerusalemme avvenuta nel 70 d.C. ed è situata all’ingresso della Via Sacra, a ridosso del Foro romano.

La liturgia del trionfo: le regole

L’esistenza dell’arco si lega alla cerimonia del trionfo (triumphus), il più solenne riconoscimento tributato a un condottiero da parte del popolo romano. Per aspirare a un tale onore, si rispettano alcune precise regole:

  • l’autorizzazione è data tramite una delibera del Senato;
  • il condottiero deve esercitare, il giorno della battaglia, l’autorità suprema;
  • la vittoria deve essere riportata in una guerra contro un popolo straniero (non in una guerra civile, contro altri cives romani) e devono essere stati uccisi in una sola battaglia non meno di cinquemila nemici.

Accordato il trionfo da parte del Senato, nel giorno stabilito si celebra l’imponente cerimonia di carattere sacro e militare (una sorta di parata) che, partendo dal Campo Marzio, attraverso la Via Sacra e il Foro, ascende il Clivus Capitolinus e si conclude davanti al tempio di Giove Ottimo Massimo in cui il trionfatore compie un sacrificio.

Arco Architettura Roma
Riproduzione di un corteo triofale romano (fonte: romanoimpero.com)

La liturgia del trionfo: le regole il corteo

Il corteo trionfale è aperto dai componenti del Senato

  • seguiti dai suonatori di corni e trombe,
  • dai carri carichi delle spoglie del nemico e del bottino di guerra, formato dagli oggetti di maggior pregio e valore,
  • dagli animali destinati al sacrificio,
  • dal gruppo dei sacerdoti pubblici con gli assistenti e
  • dai vessilli e i trofei composti con le armi sottratte al nemico.

Preceduto dai littori con i fasci ornati da ghirlande di alloro, il protagonista è su un carro aperto, trainato da quattro cavalli affiancati. Il trionfatore veste la toga picta, ha la fronte cinta di alloro e, al collo, porta una bulla, un pendente con amuleti contro gli scongiuri e le maledizioni. Dietro di lui un servo, tiene sospesa sul suo capo una corona d’oro a foglie di lauro, ornata di gemme.

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Il passaggio sotto l’arco ha un significato ben preciso per il condottiero e i legionari: è un cambiamento di stato, è il ritorno ad una condizione di normalità dopo la guerra, una sorta di purificazione, un ritorno all’innocenza e alla pietas dopo le uccisioni e le stragi compiute.

La decorazione dell’arco di Tito

Nella parte interna del fornice, ci sono due rilievi posti uno di fronte all’altro, a carattere storico che ripropongono alcune scene del corteo di Tito, rientrato a Roma.

Nel Trasporto del bottino dal tempio di Gerusalemme, si notano un candelabro a sette bracci (simbolo della religione ebraica) e le trombe d’argento trafugate dal tempio di Gerusalemme, e le tabelle con i nomi dei popoli e delle città sconfitte durante la spedizione in Galilea.

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Nell’altro rilievo, è la scena principale con Tito trionfante sul carro seguito dal resto del corteo con la Vittoria alata alle sue spalle.

Arco Architettura Roma

Le novità stilistiche sono:

  • la profondità spaziale, data dalla disposizione circolare dei personaggi, non poggianti su una stessa linea (a differenza della processione scolpita nell’Ara Pacis);
  • l’uso del colore (oggi scomparso), che evidenzia le figure in primo piano e accentua l’effetto illusionistico del bassorilievo.

Al centro della volta cassettonata e decorata con rosette, c’è L’apoteosi di Tito, ovvero l’imperatore è rappresentato sul dorso di un’aquila che lo conduce al cielo. Una importante novità iconografica poiché, gradualmente, l’imperatore subisce un processo di divinizzazione nell’ambito della rappresentazione artistica.

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Giovanni Battista Piranesi, Arco di Tito, 1748

L’arco di Costantino

Collocato nei pressi del Colosseo, l’arco di Costantino risale al 312-315 d.C. e celebra la vittoria dell’imperatore Costantino su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio. La battaglia è decisiva per le sorti dell’impero romano perché pone fine ad una lunga crisi militare per la successione al trono e, l’anno dopo, nel 313, con l’editto di Milano, Costantino riconosce la legittimità del culto cristiano ponendo le condizioni per una rapida cristianizzazione del mondo romano con il conseguente abbandono del paganesimo.

Costantino Arco Architettura Roma
Arco di Costantino, 312-315, Roma

L’arco è a tre fornici, con un grande attico e realizzato con diversi tipi di marmo. Rispetto a quello di Tito, presenta maggiori decorazioni: ai lati dell’epigrafe (in cui c’è il riferimento all’ispirazione divina che avrebbe guidato Costantino nella battaglia) e sopra i fornici minori (fregio e medaglioni). La maggior parte dell’apparato scultoreo è stato recuperato – e opportunatamente riadattato – da altri monumenti più antichi risalenti ad epoche precedenti, all’età di Traiano, Marco Aurelio e Adriano.

Distribuzione della decorazione scultorea

Prendere pezzi antichi e riposizionarli in un contesto differente non è solo una esigenza dettata da scelte economiche e pratiche. Costantino, infatti, vuole mettersi in relazione con un glorioso passato e porsi come l’abile condottiero, il continuatore e il pacificatore dell’impero. Il contrasto di stili è propria dell’architettura tardoantica e risponde ad una visione del mondo in cui la diversità, la disarmonia e il disordine sono elementi naturali dell’esistenza.

Il fregio costantiniano

I lunghi e stretti fregi (alti meno di un metro) scolpiti a rilievo al di sopra dei fornici minori si prolungano sui lati brevi e cingono l’intero monumento. In essi, sono rappresentate, in sequenza temporale, le vicende salienti della campagna di Costantino contro Massenzio e del suo rientro a Roma. Nei fregi, si riconoscono:

  • la ripetizione di gesti e pose per favorire una comprensione più immediata dei vari episodi;
  • un’ambientazione reale con la riproduzione dei principali luoghi della città;
  • la scomparsa della profondità spaziale;
  • la simmetria compositiva;
  • la presenza di figure non reali, come la personificazione del fiume Tevere, Vittorie e figure alate;
  • l’utilizzo della prospettiva gerarchica: le dimensioni dei personaggi dipendono dal loro ruolo e dalla loro importanza sociale e non dalla disposizione nello spazio;
  • l’utilizzo della prospettiva ribaltata che determina l’allineamento delle figure su un’unica superficie;
  • un chiaroscuro accentuato per l’uso sapiente del trapano da parte degli artisti.
Arco Architettura Roma Costantino
Assedio di Verona, es. di presenza di figure non reali e della prospettiva gerarchica
Arco Architettura Roma Costantino
Battaglia di Ponte Milvio, es. di personificazione del Tevere e di prospettiva gerarchica
Arco Architettura Roma Costantino
Allocuzione dell’imperatore, es. di prospettiva gerarchica e ribaltata; ambientazione reale
Arco Architettura Roma Costantino
Schema della prospettiva ribaltata
Arco Architettura Roma Costantino
Distribuzione del denaro al popolo, es. di simmetria compositiva e prospettiva gerarchica

Un trionfo moderno: esercizio di comprensione

Nell’ottica di costruire esperienze significative di apprendimento e di fornire stimoli manipolabili, su suggerimento della collega Pulvirenti di didatticarte.it, gli studenti hanno ideato e creato un arco contemporaneo che celebra un trionfo moderno, tratto dalla storia contemporanea, da esperienze di vita reale o ispirato da film, fumetti, libri e canzoni.

La consegna è molto precisa: scegliere la tipologia di arco (di Tito o Costantino), stabilire correttamente la posizione dei rilievi e delle decorazioni, ideare l’iscrizione dedicatoria nell’attico (anche in lingua inglese).

Dalla progettazione dell’arco

gradualemente il progetto ha preso forma, con l’utilizzo di tecniche differenti

4 commenti su “L’arco trionfale romano”

    • Certo, la tipologia dell’arco di trionfo viene ripreso in altre epoche sempre con la stessa motivazione: celebrare le doti militari ed eroiche di qualche condottiero o imperatore. Celebre, appunto, è quello che mi ha segnalato di Parigi. Nell’antica Roma, ovviamente, la liturgia del trionfo e del ritorno in guerra con il bottino e i prigionieri era una cerimonia ben strutturata

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